Ma … quando parliamo di Agile cosa intendiamo? Possiamo definirla una filosofia basata su miglioramento costante e adattamento rapido. Se non sapessimo nulla e ci chiedessimo “cosa significa essere agile?” otterremmo risposte relative alla velocità, all’efficacia, che implicano l’eliminazione o la riduzione degli elementi bloccanti e delle barriere, tangibili o meno. Mettendo le persone al centro, le metodologie più avanzate promuovono il lavoro di squadra, favorendo il flusso delle attività tra i soggetti interessati. I manager che non attribuiscono valore all’essere umano non sono ammessi. Possiamo quindi dire che, essenzialmente, essere Agile favorisce l’organizzazione, compatta le persone motivandole al lavoro di squadra e le mette al centro.
E, fortunatamente, si tratta di un concetto applicabile anche alla sfera personale.
Le alternative ci si prospettano quando individuiamo le lacune. A causa della costante inefficienza identificata nel valore che offriamo ai clienti, dello spreco di risorse e dell’insoddisfacente sviluppo professionale delle persone, parliamo ancora di quello che era fondamentale secondo la filosofia Agile.
L’origine della filosofia Agile
L’origine, risalente all’inizio del ventesimo secolo, è attribuibile a F.W. Taylor e Henry Ford, con l’avvento delle prime tecniche per l’ottimizzazione della produzione. Fu Ford, alla ricerca di un nuovo modello organizzativo che poco alla volta si sviluppò in tutto il mondo, ad introdurre le prime linee di produzione in serie di automobili.
Kiichiro Toyoda, fondatore di Toyota, sviluppò questa filosofia, creò metodologie e tecniche alla ricerca di una situazione ideale, in cui le macchine, gli impianti e le persone lavoravano insieme per generare valore aggiunto, senza sprechi tra operazioni, linee e processi.
Successivamente furono sviluppate altre metodologie e quadri di riferimento relativi all’agilità dei processi, quali Kamban e Scrum.