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Published 4 Novembre 2024 - in Knowledge Center

Burnout tra manager: strategie di prevenzione e recupero | Wyser

Come affrontare il burnout tra manager: prevenzione e recupero

Secondo un nuovo rapporto del Top Workplaces Research Lab, il 67% dei manager ha difficoltà a gestire i carichi di lavoro e si sente a rischio burnout e il 35% di loro ne ha già sofferto. Una percentuale più elevata rispetto ad ogni altra categoria di professionisti.

I leader hanno infatti maggiori probabilità di sentirsi arrabbiati, stressati, tristi e soli rispetto ad altre categorie di lavoratori in quanto, oltre a dover fronteggiare grandi responsabilità, devono anche affrontare le sfide imposte dall’attuale contesto economico, politico e sociale.

Manager: burnout e conseguenze sui dipendenti

Considerati i dati emersi dalle ultime ricerche, non stupisce che i manager abbiano il 36% di probabilità in più di sentirsi stressati e il 24% di possibilità in più di lasciare il lavoro rispetto a chi non ricopre un ruolo da manager. Una situazione che si ripercuote a ogni livello dell’organizzazione.

Livelli elevati di stress e burnout tra i dirigenti possono avere un impatto negativo sul coinvolgimento, la motivazione, la produttività e i tassi di turnover dei dipendenti. La salute mentale dei dirigenti è, infatti, strettamente connessa al benessere dei team. Secondo un recente report di meQuilibrium, i dipendenti che ricevono il supporto dei manager hanno il 25% di probabilità in meno di sviluppare sintomi somatici da stress, mentre il rischio di burnout si riduce del 58%.

Perché il burnout di un manager è diverso

I manager affetti da burnout tendono a sviluppare una distanza mentale dal lavoro e a provare sentimenti negativi in merito a tutti, o quasi, gli aspetti della loro posizione. La qualità delle prestazioni peggiora ed è inficiata dai sintomi di depressione e ansia che spesso avvertono.

Sebbene la definizione sia la stessa, il burnout dei manager è dunque differente. Si rivela in modo più intenso, a causa dello stress e dei carichi di lavoro a cui sono sottoposti e i sintomi possono ripercuotersi sull’intero team. Se le capacità di leadership vengono meno, infatti, le prestazioni dei dipendenti peggiorano e il team è maggiormente esposto, a sua volta, al rischio di burnout.

Ma quali sono i sintomi più comuni del burnout dei manager?

  • ritardi frequenti, atteggiamenti scontrosi e distaccati;
  • sonnolenza;
  • ridotta capacità di provare compassione e controllare le emozioni: un tempo collaborativi e comprensivi, i manager colpiti da burnout tendono a pretendere dai dipendenti che svolgano il loro lavoro, senza provare ad ascoltare e a comprenderli e sono inclini a scatti di rabbia e nervosismo;
  • modelli di pensiero circolari e ossessivi, che li portano a concentrarsi su dettagli irrilevanti a scapito del progetto generale;
  • scarsa motivazione e mancanza di entusiasmo;
  • cambiamenti di personalità.

Le cause del burnout

Sebbene siano probabilmente molti i fattori che contribuiscono all’escalation del burnout dei manager, ci sono alcune macro-cause che si possono individuare.

I manager sono sempre stati gravati da molteplici: portare a termine il loro lavoro e, allo stesso tempo, assicurarsi che il team sia formato, abbia chiari gli obiettivi e sia in possesso di tutte le competenze e conoscenze necessarie a raggiungerli.

Negli ultimi anni, per via della pandemia, delle guerre, dei disordini globali e dei cambiamenti che il mondo del lavoro ha vissuto, anche il ruolo dei manager è cambiato. Oggi, chi occupa una posizione di leadership è chiamato a guidare i team con maggiore empatia, a tutelare la salute mentale dei dipendenti, ad apprezzare i lavoratori, a farli sentire importanti e coinvolti anche in caso di lavoro remoto o ibrido.

Una delle cause principali del burnout va dunque ricercata negli elevati carichi di lavoro. I manager sono responsabili della gestione di un gran numero di collaboratori, della supervisione di più progetti e della comunicazione con i dirigenti. Quando queste responsabilità diventano troppo gravose da gestire, possono portare al burnout, alla sensazione di sentirsi sopraffatti e stressati, con conseguenze negative sulla produttività e sul benessere (secondo l’American Psychological Association negli Stati Uniti, il 40% dei manager afferma che il proprio lavoro è molto o estremamente stressante).

Microsoft ha studiato il grado in cui i classici sintomi del burnout influenzano la decisione di un manager di lasciare l’azienda. I dirigenti hanno due volte più probabilità di andarsene se soffrono di esaurimento, tre volte più probabilità di andarsene se sviluppano cinismo o si sentono meno efficienti.

Non trascurare la propria crescita e sviluppo

I manager intermedi, che in genere passano molto tempo ad assicurarsi che i membri del team abbiano obiettivi chiari e un percorso di carriera delineato, possono sentirsi “bloccati” e sviluppare sentimenti di disimpegno e frustrazione. È importante dunque discutere regolarmente dei propri obiettivi per assicurarsi di essere ascoltati e articolare un percorso di carriera che aiuti a sentirsi realizzati.

L’importanza del tempo libero

Il burnout deriva da una serie di fattori, tra cui aspettative irrealistiche, un carico di lavoro eccessivamente impegnativo e la mancanza di supporto: il solo aumento del tempo libero non è dunque sufficiente, ma fornisce ai manager il tempo e lo spazio per ricaricarsi, a patto che davvero in quei momenti ci si disconnetta dal lavoro.

Maggiore flessibilità

La flessibilità è uno degli strumenti più importanti che i leader hanno per combattere stress e burnout. Dagli orari flessibili alla settimana corta, dai permessi per trascorrere del tempo in famiglia o per dedicarsi a un hobby, è importante bilanciare lavoro e vita privata, in modo che – in azienda – si possa dare il meglio di sé guidando il team con energia e positività.