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Published 15 Marzo 2022 - in Knowledge Center

Gig Economy: la nuova era del lavoro?

Gig Economy: la nuova era del lavoro?

Il mercato del lavoro ha iniziato a conoscere da qualche anno una nuova forma di economia: la Gig Economy. Di cosa si tratta e perché in seguito alla Pandemia COVID-19 è diventata di grande attualità?

Cosa significa e cos’è la Gig Economy

La parola “gig” ha origine dalla musica jazz, laddove si riferisce a una performance, oppure a un incarico di supporto durante uno spettacolo musicale. Il termine è poi diventato sinonimo di un lavoro retribuito e, oggigiorno, è utilizzato non soltanto in ambito musicale, ma appunto come analogo di ‘ingaggio’.

In Italia la Gig Economy è nota anche con la definizione, assolutamente riduttiva, di ‘economia dei lavoretti’. Tale fenomeno nasce negli anni a cavallo fra il 2007 e il 2009, quando la crisi economica ha costretto molte persone a cercare nuove forme occupazionali.

In particolare, con Gig Economy si fa riferimento all’organizzazione del lavoro on-demand, ovvero gestito tramite piattaforme online.

Chi sono i Gig Worker?

I Gig Worker sono un gruppo molto eterogeneo all’interno del quale si trovano:

  • Liberi professionisti
  • Studenti
  • Consulenti
  • Impiegati part-time

Si contano complessivamente circa 700.000 lavoratori attivi nella Gig Economy e, di questi, il 47% ha come titolo di studio un diploma e il 16% possiede una laurea (fonte: XX Rapporto Annuale “L’innovazione dell’INPS per il rilancio del Paese”).

I settori con il maggior numero di Gig Worker sono:

  • Food (per esempio i rider delle multinazionali come Glovo o Deliveroo)
  • IT (per esempio programmatori, sviluppatori e web designer)
  • Lavori creativi (per esempio grafici, fotografi, creatori di contenuti per il Web, traduttori e giornalisti).

Dal momento che gli orari sono flessibili e stabiliti sulla base del progetto, i Gig Worker rientrano, il più delle volte, nella categoria dei lavoratori autonomi.

Gig Economy in Italia

Questo fenomeno in Italia ha assunto dimensioni tali che non è più possibile parlare di nicchia: risultano operativi sulle piattaforme online di lavoro più di 570.000 utenti (dati riferiti al biennio 2020/2021 secondo il policy brief “Lavoro virtuale nel mondo reale: i dati dell’Indagine INAPP-Plus sui lavoratori delle piattaforme in Italia”).

Se a questi aggiungiamo coloro che utilizzano le piattaforme online per vendere prodotti o per affittare beni di proprietà, il numero di persone che dichiara di ricavare un reddito dalle piattaforme digitali sale a oltre 2.200.000.

Si calcola che entro 4 anni la Gig Economy sia destinata a rappresentare almeno l’1,3% del PIL (come riportato nel Rapporto INPS già citato).

Gig Economy: vantaggi e svantaggi

Per quali motivi un professionista potrebbe prendere in considerazione la Gig Economy? Proviamo ad analizzare quali sono le opportunità e quali i rischi di questo nuovo modello di organizzazione del lavoro.

Vantaggi della Gig economy

  • Ampio ventaglio di scelta: i lavori disponibili sulle piattaforme digitali sono i più svariati e adatti a profili professionali anche molto diversi. Il professionista può selezionare i progetti più adatti alle proprie competenze e tale fattore incide positivamente sulla gratificazione personale e sulla produttività.
  • Flessibilità e libertà: essendo organizzati su progetti, i lavori Gig non impongono un orario fisso. Per tale motivo i Gig Worker possono scegliere quante ore dedicare all’attività lavorativa.

Svantaggi della Gig economy

  • Regolamentazione assente: la Gig Economy, così come è organizzata, è deregolamentata a livello di tutele per chi lavora. I diritti di chi ha contratti regolari, a tempo determinato o indeterminato, come ad esempio assegni per malattia e ferie, non sono contemplati per i Gig Worker. Questi ultimi hanno anche l’obbligo di adempiere in prima persona agli obblighi fiscali.
  • Flussi di lavoro variabili: i progetti disponibili sulle piattaforme hanno spesso picchi di carico e momenti di stanca. Il che significa che i guadagni mensili non sono né garantiti, né prevedibili. Scegliere progetti qualificati a lungo termine e approfittare dei momenti nei quali la richiesta è alta, è necessario per far fronte a questo rischio.
  • Meno occasioni di avanzamento di carriera: senza una struttura aziendale e senza relazioni dirette, è più difficile farsi notare e ottenere una promozione. In ogni caso, non è impossibile. Dipende molto dalla piattaforma usata e dal tipo di progetto per il quale si è ingaggiati.