Qual è l’impatto dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro?
L’intelligenza artificiale (AI) è un argomento di tendenza ma, per molti, è ancora relegata al mondo della “fantascienza”. In realtà, la sua rivoluzione è molto concreta. E così l’impatto che avrà sul mondo del lavoro.
Del resto, l’AI è già intorno a noi: influenza i nostri risultati di ricerca, il mondo in cui facciamo acquisti, i nostri comportamenti. Ciò che merita un approfondimento è invece il rapporto tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro: cosa ci attende nel futuro? E come cambieranno le professioni, grazie (o per colpa) dell’AI?
L’intelligenza artificiale nelle professioni creative
Pensando all’intelligenza artificiale, difficilmente si pensa alla creatività. Eppure, è proprio nel settore creativo che si attendono i risultati più sorprendenti. Basti pensare a Dall-E, algoritmo di intelligenza artificiale capace di generare immagini a partire da descrizioni testuali. Oppure a Midjourney, che funziona in modo simile.
Tuttavia, secondo le prime tendenze, sembra che l’AI non sia destinata a sostituire l’uomo nelle professioni creative. Anzi, potrebbe aprire la strada a nuove professioni come il Prompt Engineer, chiamato a scrivere le istruzioni che le macchine devono seguire, o come i professionisti incaricati di far dialogare tra loro le diverse intelligenze artificiali.
Il futuro del lavoro tra intelligenza artificiale e automazione
L’intelligenza artificiale ha già aiutato a scrivere canzoni, ha imitato gli stili dei grandi pittori ed è entrata con successo nel mondo cinematografico. Ma fino a che punto potrà spingersi nel settore creativo?
Del resto, è migliorata molto da quando – nel 2016 – 20th Century Fox l’ha utilizzata per il trailer dell’horror “Morgan” (la piattaforma cognitiva IBM Watson analizzò immagini e suoni di centinaia di trailer horror, per poi selezionare le scene di “Morgan” più adatte a comporre il filmato).
I progressi più grandi sono dovuti al deep learning, e dunque all’impiego da parte delle macchine di dati appresi mediante l’uso di algoritmi. Una tecnologia che viene usata nel cinema, ma anche nell’arte: alcuni artisti hanno “insegnato” agli algoritmi di intelligenza artificiale come replicare il loro stile nella scultura o nel dipinto.
Tuttavia, l’AI è per il momento una forma di assistenza, che necessita comunque della guida umana.
L’intelligenza artificiale può imparare a essere creativa?
Sebbene i computer possano essere istruiti su alcuni parametri della creatività, gli esperti non sono certi che l’intelligenza artificiale possa sviluppare una creatività propria. Questo perché la creatività è legata alla bellezza, e la bellezza è soggettiva.
Insegnare ai computer a essere creativi è inoltre molto diverso da come gli uomini imparano a creare. I due processi potrebbero però integrarsi: se un computer produce combinazioni casuali di note musicali, un essere umano che ha sufficiente intuizione può utilizzarle come spunto senza alcun problema.
Del resto, anche la creatività umana non è stata compresa a pieno: l’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a spiegarla, così da comprendere come avviene il processo creativo nel cervello.
Chi lavora in questo campo, peraltro, non intende creare una copia della mente umana. Anzi: affinché l’IA si riveli davvero utile, è necessario che sia diversa e complementare. Il suo compito sarà piuttosto quello di ispirare e di assistere nello svolgimento dei lavori più banali (il “dietro le quinte” della creatività).
Quali settori creativi saranno toccati dall’IA?
L’intelligenza artificiale può aiutare in diversi settori creativi, a cominciare dalla generazione automatizzata di contenuti: è possibile utilizzare modelli di intelligenza artificiale per generare automaticamente articoli, post di blog o post sui social media, permettendo ad aziende e professionisti di risparmiare tempo.
I contenuti generati dall’intelligenza artificiale – secondo le previsioni – saranno di qualità superiore rispetto ai contenuti creati dagli esseri umani, poiché i modelli di AI sono potenzialmente in grado di apprendere da una grande quantità di dati e di identificare schemi che gli esseri umani potrebbero non essere in grado di vedere.
Inoltre, andando a generare una gran varietà di contenuti (comprensivi di testo, immagini e video), l’AI potrebbe permettere alle aziende di raggiungere un pubblico più ampio. Mentre, la possibilità di creare contenuti personalizzati, sembra destinata a generare maggiore interesse e una più elevata condivisione.
Intelligenza artificiale e altre professioni
Se nei settori più creativi l’Intelligenza Artificiale è in fase di sperimentazione e di ampliamento, nell’industria IT ha portato ormai da anni alla creazione di nuove professioni.
Il Data Scientist, lo Sviluppatore di Sistemi di IA e l’Ingegnere esperto di Intelligenza Artificiale sono tra le figure più richieste oggi dal mercato. Il CIO (Chief Innovation Officer), poi, avrà un ruolo sempre più cruciale: dovrà infatti traghettare le imprese verso la digitalizzazione, trasformando l’attitudine innovativa in soluzioni concrete per la singola azienda.
Per la verità, l’AI può essere applicata – secondo diverse modalità, e in modo più o meno importante – alla quasi totalità dei settori:
- trasporti: anche se ci vorrà del tempo per perfezionarle, un giorno le auto autonome saranno un diffuso mezzo di trasporto. Sapranno prevedere le abitudini di viaggio degli utenti, verificarne l’identità e migliorare i tragitti;
- produzione: i robot alimentati dall’intelligenza artificiale lavorano già oggi a fianco degli umani per eseguire una gamma limitata di attività, come l’assemblaggio e l’impilamento;
- sanità: le malattie vengono diagnosticate in modo più rapido e accurato grazie all’Intelligenza Artificiale, la scoperta di farmaci viene accelerata, gli assistenti infermieristici virtuali monitorano i pazienti, l’analisi dei big data aiuta a creare un’esperienza del paziente più personalizzata;
- istruzione: i libri di testo saranno sempre più digitalizzati, i tutor virtuali potranno assistere gli insegnanti, e l’analisi facciale potrà misurare le emozioni degli studenti per capire chi è annoiato o in difficoltà, così da adattare l’esperienza alle esigenze del singolo;
- servizio clienti: Google sta lavorando a un assistente AI in grado di effettuare chiamate simili a quelle umane per fissare appuntamenti;
- acquisti online: i più grandi player del commercio online stanno sperimentando sistemi basati sull’AI per studiare i bisogni dei propri consumatori e prevederli, studiando così una strategia di vendita personalizzata.
- prevenzione del crimine: l’Intelligenza Artificiale permetterà di aiutare gli operatori umani nell’analisi di video e di individuare comportamenti fraudolenti in anticipo. Ad oggi, è già in grado di rilevare oggetti abbandonati o se un soggetto ha con sé un’arma.
L’intelligenza artificiale in ambito HR può sollevare le risorse umane dalle attività ripetitive e dispendiose in termini di tempo, consentendo loro di concentrarsi su incarichi dove l’apporto umano è essenziale.
Il potenziale enorme in termini di raccolta e trattamento dei dati, finalizzato a prendere decisioni, è il fulcro su cui si apre la fondamentale questione etica relativa all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella ricerca e selezione. Qui puoi leggere un approfondimento a cura di Carlo Caporale, AD di Wyser.