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Published 16 Luglio 2025 - in Knowledge Center

Cost Management: ottimizzare i costi senza perdere valore | Wyser

Cost Management: strategie per ottimizzare i costi aziendali

Le imprese europee stanno attraversando una fase complessa, in cui le fluttuazioni geopolitiche, l’instabilità delle supply chain e l’aumento dei costi energetici stanno mettendo alla prova anche i modelli più solidi. A fine 2024, la produzione industriale ha segnato una nuova contrazione nell’area euro e nell’UE, con Germania e Italia in evidente difficoltà: parliamo rispettivamente di un calo del 2,9%e del 3,1% rispetto al mese precedente. Un segnale chiaro: la crescita non può più essere data per scontata, e il controllo dei costi torna ad assumere un ruolo centrale [1].

Tuttavia, parlare oggi di Cost Management non significa più ragionare in termini di tagli lineari o riduzioni d’emergenza. Il vero cambiamento di prospettiva sta nel concepire la gestione dei costi come una leva strategica, in grado di sostenere la competitività e, soprattutto, la capacità dell’azienda di evolvere. In quest’ottica, contenere le uscite non è un obiettivo a sé stante, ma il punto di partenza per riallocare le risorse dove contano davvero: innovazione, digitalizzazione, capitale umano.

È qui che si gioca la differenza tra chi “sopravvive” e chi riesce a trasformare le difficoltà in opportunità. Una gestione intelligente dei costi non si limita infatti a reagire, ma anticipa: individua gli sprechi latenti e ripensa i processi. E soprattutto si dota di strumenti nuovi per interpretare i dati in modo predittivo, generare insight strategici e guidare le decisioni con maggiore velocità e precisione.

INDICE DEI CONTENUTI

Cos’è il Cost Management

Il Cost Management è l’insieme delle pratiche con cui un’organizzazione governa la propria struttura dei costi in modo strategico, predittivo e integrato, al fine di migliorare la redditività, ottimizzare l’allocazione delle risorse e sostenere decisioni chiave come pricing, investimenti o espansione. Non si limita alla semplice riduzione delle spese, ma punta a massimizzare il valore creato attraverso l’impiego efficiente delle risorse, in un’ottica di sostenibilità economica e operativa.

A differenza della contabilità finanziaria – orientata agli stakeholder esterni e regolata da principi formali (GAAP) – la gestione dei costi è rivolta alle persone interne dell’organizzazione, in particolare ai manager. Fornisce loro informazioni dettagliate sui costi di prodotti, clienti, fornitori, processi e progetti, abilitando scelte consapevoli e misurabili.

Secondo Gartner, le aziende che adottano un approccio strutturato al Cost Management possono ottenere risparmi superiori al 10% nei primi 12 mesi, ma soprattutto costruire una cultura aziendale data-driven che consente un controllo continuo delle performance. In questo senso, la gestione dei costi rappresenta una competenza critica per affrontare l’attuale volatilità macroeconomica, le tensioni sui prezzi di acquisto, la complessità delle supply chain e le crescenti aspettative degli stakeholder in termini di trasparenza ed efficienza [2].

Il suo raggio d’azione si è ampliato nel tempo: da funzione tattica confinata al controllo contabile, il Cost Management si è evoluto in una funzione trasversale e strategica, collegata alla gestione della qualità, alla produttività, alla sostenibilità ambientale e alla trasformazione digitale. Analizza i driver che generano la spesa (es. ciclo di vita del prodotto, qualità, tempo, assetto operativo) e fornisce insight utili a orientare miglioramenti continui e innovazione.

In un mondo in cui la redditività aggregata non è più sufficiente, le imprese più mature sul piano analitico cercano visibilità sui costi a livello di singolo prodotto, cliente o canale. Questo richiede una maggiore flessibilità nei sistemi contabili, spesso nati per esigenze di reporting finanziario e quindi incapaci di supportare pienamente le necessità decisionali interne. L’evoluzione del Cost Management passa quindi anche da un’infrastruttura informativa avanzata, capace di generare scenari, simulazioni e metriche personalizzate, per guidare la competitività in mercati sempre più dinamici [3].

Classificazione e principi fondamentali dei costi

Prima ancora di definire strategie e strumenti di gestione, ogni impresa deve conoscere in profondità la propria struttura dei costi. Senza una mappatura chiara e condivisa, ogni decisione rischia di essere inefficace o controproducente. La gestione dei costi, infatti, non è solo questione di ridurre le spese: si tratta di allocare le risorse in modo intelligente, sostenere ciò che crea valore e intervenire su ciò che lo erode.

In questo senso, è utile distinguere due approcci spesso confusi: il controllo dei costi e la riduzione dei costi.

  • Il controllo dei costi (cost control) ha una funzione preventiva: si occupa di mantenere le spese entro i limiti previsti dal budget, attraverso il monitoraggio continuo delle performance e l’attuazione di eventuali azioni correttive.
  • La riduzione dei costi (cost reduction), invece, è un processo più strategico e trasformativo: mira a ridurre strutturalmente e in modo permanente i costi unitari, migliorando l’efficienza senza compromettere la qualità o la capacità dell’impresa di innovare.

A guidare entrambe le logiche deve essere il principio dell’analisi costi-benefici: ogni intervento, ogni taglio, ogni investimento, dovrebbe essere valutato in base al rapporto tra ciò che comporta in termini di risorse e ciò che restituisce in termini di benefici – siano essi economici, operativi o reputazionali. Una decisione efficace non è solo quella che costa meno, ma quella che genera il miglior valore netto.

Costi fissi vs. costi variabili

La prima distinzione fondamentale riguarda il comportamento dei costi rispetto ai volumi di produzione.

  • I costi fissi restano invariati al variare della produzione. Si sostengono comunque, che si producano dieci o mille unità. Esempi tipici sono: l’affitto di uno stabilimento, gli stipendi del personale amministrativo, gli ammortamenti su impianti e macchinari, le licenze software a canone fisso.
  • I costi variabili, invece, cambiano in proporzione diretta al livello di attività. Aumentano (o diminuiscono) al crescere della produzione. Ne sono un esempio: le materie prime per unità prodotta, i costi di spedizione per ordine, le commissioni su vendite.

Questa distinzione è cruciale, ad esempio, nel calcolo del break-even point, ovvero il punto di pareggio oltre il quale l’azienda comincia a generare profitto. Inoltre, è alla base delle analisi di scenario, che simulano l’andamento dei costi e dei margini al variare dei volumi o dei prezzi.

Costi diretti vs. costi indiretti

Un’altra chiave di lettura imprescindibile per il Cost Management è quella tra costi diretti e costi indiretti.

  • I costi diretti sono quelli facilmente attribuibili a un prodotto o servizio specifico.
  • I costi indiretti, invece, sono generali: non si riferiscono a un output preciso e vanno attribuiti con criteri di ripartizione. Rientrano in questa categoria, ad esempio, le spese per energia elettrica in un impianto condiviso, l’affitto di un capannone multiuso o gli stipendi del team HR o IT.

Attribuire correttamente i costi indiretti è una delle sfide centrali del costing moderno. Una ripartizione sbagliata può portare a decisioni errate su pricing, investimenti o redditività delle singole linee di prodotto.

Il processo di Cost Management: dalla pianificazione al controllo

Il Cost Management moderno si configura come un sistema integrato, che attraversa tutte le funzioni dell’impresa e si articola in tre fasi interdipendenti: pianificazione, monitoraggio, analisi. Un ciclo che, se ben strutturato, permette non solo di prevenire sprechi, ma anche di indirizzare investimenti futuri con maggiore precisione e consapevolezza.

In questo processo la figura centrale è il CFO, che guida la strategia orientata al valore piuttosto che al semplice taglio dei costi. Il CFO deve collaborare con i responsabili di budget per individuare opportunità di riduzione spese senza compromettere la performance, supportato da criteri strutturati e dati comparativi. Le competenze chiave includono disciplina finanziaria, allocazione strategica delle risorse, gestione del rischio e promozione di una cultura diffusa di consapevolezza dei costi, garantendo innovazione e crescita sostenibile [4].

Oltre al CFO e ai Finance Manager, altre figure possono avere un ruolo significativo come Chief Procurement Officer (CPO) e il Procurement Manager, che gestisce forniture, negozia contratti, ottimizza costi di approvvigionamento; il Chief Strategy Officer (CSO), responsabile della formulazione della strategia aziendale, inclusi tagli e investimenti funzionali.

Fase 1 – Pianificazione e budgeting dei costi

Il punto di partenza del ciclo di Cost Management è una stima ragionata dei costi futuri. Si raccolgono dati storici, si analizzano le condizioni di mercato e si identificano i principali fattori che influenzano le spese aziendali. Questo porta alla costruzione del budget, che rappresenta la baseline su cui valutare le performance successive. Il budget non è un documento statico, ma una proiezione dinamica che deve tener conto di scenari alternativi, rischi emergenti e possibili variazioni operative.

Secondo McKinsey, le aziende che adottano un approccio di cost governance evoluto basato su modelli predittivi e simulazioni di scenario riescono a ottenere un miglioramento dei margini compreso tra il 2% e il 7% in un orizzonte di 3-6 mesi [5].

Fase 2 – Monitoraggio e controllo attivo

La seconda fase prevede un monitoraggio costante dell’andamento reale dei costi rispetto alle previsioni. Si raccolgono dati in tempo reale, si confrontano le spese effettive con quelle previste e si identificano eventuali scostamenti. Questo permette di intervenire tempestivamente, correggendo deviazioni e rivedendo, se necessario, le allocazioni di budget.

La capacità di agire con rapidità è oggi amplificata dalla tecnologia: secondo Gartner, l’adozione di strumenti avanzati di analisi dei costi e dashboard intelligenti consente una visibilità immediata sugli indicatori chiave e riduce del 40% i tempi di risposta alle deviazioni rispetto al budget [6].

Fase 3 – Reporting e analisi delle varianze

Il ciclo si chiude con l’analisi delle varianze, ovvero lo studio delle differenze tra costi preventivati e sostenuti. Non si tratta solo di un confronto numerico, ma di un momento critico per comprendere le cause degli scostamenti: inefficienze operative, sottostime iniziali, variazioni di mercato. Questo tipo di analisi consente all’azienda di trarre insegnamenti utili e migliorare progressivamente i processi di pianificazione.

Metodologie e strategie di gestione dei costi

Esistono numerose metodologie, vediamo alcune delle più diffuse e validate.

Activity-Based Costing (ABC)

L’Activity-Based Costing è una metodologia che consente di allocare i costi indiretti in base alle attività che li generano, superando i limiti dei sistemi tradizionali basati su logiche puramente contabili. In pratica, invece di ripartire i costi generali su tutti i prodotti in modo uniforme, l’ABC analizza le attività operative (es. assemblaggio, logistica, assistenza clienti) e attribuisce i costi ai prodotti o servizi in proporzione all’uso effettivo di tali attività.

Questo approccio è particolarmente utile per valutare la redditività reale di linee di prodotto, segmenti di clientela o canali di vendita, rendendo evidenti aree di inefficienza che altrimenti rimarrebbero sommerse.

Secondo Harvard Business Review, le aziende che hanno adottato l’ABC in modo sistematico hanno registrato un miglioramento medio del 10–15% nella precisione delle decisioni di pricing e nella selezione dei clienti ad alta marginalità [7].

Target Costing

Il Target Costing rovescia la logica tradizionale di determinazione dei costi. Invece di calcolare quanto costa produrre un bene per poi aggiungere un margine, questo metodo parte da ciò che il mercato è disposto a pagare, sottrae il margine desiderato e ottiene così il “costo target” entro cui il prodotto deve essere progettato e realizzato.

È una metodologia molto utilizzata nel settore manifatturiero e high-tech, dove la pressione competitiva è elevata e i cicli di vita dei prodotti sono brevi. L’obiettivo è integrare la funzione costi già in fase di progettazione (design to cost), coinvolgendo team di ingegneria, marketing e acquisti per ottimizzare materiali, processi e funzioni.

Studi applicati al target costing in contesti industriali e R&D indicano che le aziende sono in grado di realizzare riduzioni costi nel range del 15–25 %, grazie all’integrazione del costo fin dalla progettazione, in team multidisciplinari (ingegneria, acquisti, marketing) e con design-to-cost orientato al prezzo di vendita e margine target [8].

Life Cycle Costing (LCC)

Il Life Cycle Costing adotta una prospettiva di lungo periodo. Non si concentra solo sul prezzo iniziale o sui costi di produzione, ma considera l’intero arco di vita di un prodotto, servizio o asset: progettazione, produzione, distribuzione, utilizzo, manutenzione, smaltimento. Questo metodo è particolarmente prezioso in settori come infrastrutture, energia, edilizia e beni durevoli, dove la spesa operativa (OPEX) supera ampiamente la spesa iniziale (CAPEX).

Il vantaggio del LCC è duplice: da un lato permette di valutare con precisione l’impatto economico totale di un investimento; dall’altro, consente di anticipare decisioni strategiche come manutenzione predittiva, aggiornamenti tecnologici o sostituzioni.

Kaizen Costing e Lean Management

Il Kaizen Costing deriva dalla filosofia giapponese del miglioramento continuo, applicata alla gestione dei costi. Invece di introdurre grandi cambiamenti radicali, il Kaizen punta a piccoli aggiustamenti quotidiani nei processi operativi, stimolando il coinvolgimento dei team e la responsabilizzazione di ogni reparto. Ogni giorno è un’occasione per ottimizzare, eliminare sprechi, migliorare la qualità — e ridurre i costi.

Questo approccio si integra perfettamente con i principi del Lean Management, secondo cui ogni attività aziendale deve generare valore per il cliente. Tutto ciò che non contribuisce a questo obiettivo (i cosiddetti “muda”, ovvero sprechi) deve essere identificato ed eliminato. Ne derivano vantaggi immediati in termini di efficienza, flessibilità e contenimento dei costi operativi.

Strumenti e tecnologie a supporto del Cost Management

La crescente complessità dei business, la variabilità dei mercati e l’abbondanza di dati richiedono l’impiego di tecnologie avanzate nel Cost Management. Oggi le aziende dispongono di strumenti digitali potenti e integrabili, capaci di automatizzare i flussi, analizzare in tempo reale i costi e supportare decisioni informate.

  • Sistemi ERP e software di contabilità analitica
    I sistemi ERP (Enterprise Resource Planning) integrano dati e funzionalità di diverse aree (acquisti, produzione, vendite, finanza) in un’unica piattaforma. I moduli di contabilità analitica e controllo di gestione consentono di tracciare, allocare e analizzare i costi in base a centri di responsabilità, commesse, reparti o attività.
  • Piattaforme di Business Intelligence (BI) e Analytics
    I sistemi di BI e analytics trasformano i dati grezzi in insight strategici. In ambito Cost Management, consentono di visualizzare trend e composizione dei costi, analizzare la marginalità per prodotto, cliente, area geografica, simulare scenari (what-if) per scelte di investimento o pricing, individuare inefficienze o anomalie nei processi.
  • Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning
    Le tecnologie di AI e Machine Learning rappresentano la frontiera più avanzata del Cost Management. Sono in grado di prevedere l’andamento dei costi, ottimizzare automaticamente i consumi, rilevare pattern anomali e suggerire azioni correttive.
    Ad esempio, un algoritmo può prevedere il costo di approvvigionamento sulla base dei trend di mercato, ottimizzare la logistica suggerendo i percorsi meno costosi, stimare i costi futuri di manutenzione predittiva per ridurre fermi macchina.

I benefici concreti di un Cost Management efficace

Quando ben progettato, il controllo dei costi porta vantaggi concreti e misurabili per l’intera organizzazione.

  • Aumento della redditività e dei margini
    Conoscere con precisione la struttura dei costi consente di focalizzare le risorse sulle attività a maggior valore aggiunto, eliminando o riprogettando quelle che consumano budget senza generare ritorni. I margini migliorano, sia in termini di Ebitda che di utile operativo.
  • Ottimizzazione dell’uso delle risorse
    Un Cost Management efficace aiuta a evitare sprechi, ottimizzare il personale, gestire meglio gli approvvigionamenti e migliorare la produttività.
  • Miglioramento del processo decisionale
    Grazie a dati aggiornati, affidabili e facilmente visualizzabili, i manager possono prendere decisioni più rapide e fondate, che tengano conto della reale sostenibilità economica delle scelte.
  • Maggiore competitività

Controllare i costi consente di offrire prezzi più competitivi sul mercato o, alternativamente, liberare risorse per l’innovazione, la customer experience o la digitalizzazione. Si tratta di un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo.

  • Prevenzione dei rischi finanziari
    Monitorare in modo continuo i costi permette di anticipare derive di bilancio, correggere tempestivamente e migliorare la gestione del cash flow.

Superare le sfide del Cost Management

Se il Cost Management offre vantaggi così rilevanti, quale motivo determina la difficoltà di molte aziende nell’implementarlo efficacemente? La risposta risiede nell’essenza stessa del processo: non si tratta esclusivamente di dati quantitativi, ma di un complesso intreccio di persone, processi e cultura organizzativa.

Le sfide principali:

  • Resistenza al cambiamento
    Molti vedono il controllo dei costi, che spesso di traduce in una riduzione di budget, come una minaccia, soprattutto se non vengono coinvolti nel processo.
  • Difficoltà di misurazione
    In molte aziende, soprattutto nei servizi, è complicato misurare e attribuire correttamente i costi indiretti. Senza una contabilità analitica solida, le decisioni si basano su stime imprecise.
  • Silos informativi
    I reparti spesso lavorano in modo disconnesso. I dati non sono condivisi e manca una visione olistica dei costi aziendali.

Le soluzioni:

  • Comunicare il valore
    Il Cost Management deve essere comunicato come uno strumento per aumentare l’efficienza, liberare risorse e garantire la sostenibilità aziendale. I top manager devono assicurarsi che le informazioni arrivino a tutti i collaboratori in modo chiaro e preciso.
  • Formare le persone
    Tutti i dipendenti, non solo il finance, dovrebbero comprendere i principi base del controllo dei costi. Workshop, KPI condivisi e obiettivi chiari aiutano a responsabilizzare i team. Questo permette un maggiore senso di sicurezza e di consapevolezza del proprio lavoro, che si traduce il un maggiore engagement e benessere.
  • Promuovere una “cultura del costo”
    Le organizzazioni più avanzate inseriscono la gestione economica nei valori aziendali: ogni persona, a ogni livello, è incentivata a ragionare anche in termini di impatto economico, come parte integrante del proprio ruolo. L’intervento deve essere fatto a livello culturale e i maggiori responsabili di questo cambiamento devono essere i vertici dell’organizzazione.

Errori da evitare:

  • Tagliare costi strategici
    R&D, marketing, formazione o digitalizzazione sono investimenti, non spese. Ridurre indiscriminatamente questi budget può compromettere la crescita futura.
  • Focalizzarsi solo sul breve termine
    Un cost management miope può portare a risparmi immediati ma danni a lungo termine, come la perdita di talenti, deterioramento della qualità o perdita di vantaggio competitivo.

Le aziende più resilienti sono quelle che gestiscono i costi in modo proattivo, integrato e data-driven, riallocando risorse verso ciò che crea valore: innovazione, persone, sostenibilità. Il controllo dei costi, infatti, non si limita a tagliare, ma abilita scelte migliori e più rapide. A guidare questo cambiamento sono figure apicali come CFO, CPO e CSO, supportate da manager esperti e strumenti digitali avanzati. La vera sfida non è solo tecnica ma culturale: promuovere una mentalità diffusa orientata all’efficienza, alla responsabilità e al miglioramento continuo. Chi riuscirà a trasformare la gestione dei costi in un vantaggio competitivo, potrà affrontare l’incertezza con visione, solidità e margini migliori.

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