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Published 28 Febbraio 2024 - in Knowledge Center

HR: i colloqui nel metaverso

HR & realtà virtuale: i colloqui nel metaverso

Entro la fine del 2024, PwC effettuerà colloqui nel Metaverso a oltre 600 candidati per posizioni di advisory.

Inizialmente impiegato nel settore della moda e del gaming, per l’organizzazione di sfilate virtuali e ritrovi in-game, il Metaverso si è ben presto diffuso agli ambiti dell’istruzione, della vendita al dettaglio e dell’intrattenimento (basti pensare a quando, nel 2020, il rapper americano Travis Scott si esibì nel Metaverso davanti a 12,3 milioni di persone).

In ambito HR consente invece di rivoluzionare le fasi del Recruiting.

Aziende come Hyundai e Samsung hanno ospitato fiere del lavoro nel Metaverso nel 2020 e nel 2021, mentre PwC UK ha lanciato la piattaforma Virtual Park Metaverse per permettere ai talenti di partecipare al suo evento di Recruiting, scaricando il software, creando un avatar ed entrando nello spazio.

Ma quali sono i vantaggi dei colloqui del Metaverso e quali i loro rischi?

HR e realtà virtuale oggi

Nel Metaverso, gli avatar prendono il posto dei corpi fisici e vivono vere e proprie simulazioni del mondo reale. Sebbene le funzionalità siano ancora in fase di studio e di sviluppo, il potenziale in ambito HR è enorme.

Un rapporto di PwC afferma che realtà aumentata e realtà virtuale potrebbero incrementare il PIL globale fino a 1,5 trilioni di dollari nei prossimi otto anni. Sebbene l’industria dell’intrattenimento sia stata tra le prime a trarne vantaggio, sarà quindi particolarmente interessante vedere come questa tecnologia in rapida espansione verrà utilizzata nelle aziende e nelle PMI non appena diventerà più accessibile.

Un sondaggio di Gartner, Inc. condotto il 21 giugno 2023 su 105 leader in ambito HR ha rivelato che solo il 5% di loro ha già implementato la Generative AI, mentre il 9% sta attualmente conducendo progetti pilota. In ogni caso, oltre la metà degli intervistati starebbe studiando come utilizzare l’intelligenza artificiale generativa nel prossimo futuro.

I vantaggi dei colloqui nella realtà virtuale

Una parte importante del successo di qualsiasi azienda risiede nei processi di recruiting e onboarding.

Secondo un rapporto di Glassdoor, per ogni posizione aperta un’impresa riceve una media di 250 curricula. Tra essi ne vengono selezionati circa 4-6. Anziché rivedere manualmente tutte le domande, i colloqui di lavoro guidati dall’intelligenza artificiale automatizzano il processo e lo rendono più efficiente (oggi, il 98,8% delle aziende Fortune 500 utilizza sistemi di tracciamento dei candidati per scansionare i CV). Inoltre, è possibile effettuare video colloqui individuali con un robot intervistatore, che pone un numero limitato di domande e concede al candidato uno-due minuti per rispondere verbalmente. Il Metaverso può semplificare ulteriormente il processo.

Maggiore inclusività

Le fiere del lavoro virtuali e i colloqui nel Metaverso offrono maggiore flessibilità rispetto ai tradizionali eventi di persona e sono più inclusivi. Possono infatti parteciparvi anche le persone con disabilità o mobilità ridotta e i professionisti neurodiversi che – spesso – vengono esclusi dai processi di Recruiting tradizionali.

Il Metaverso, infatti, riduce l’impatto dell’aspetto fisico, dell’età, della razza e di altri fattori che possono introdurre discriminazioni nel processo di assunzione, poiché ogni candidato è libero di progettare il suo avatar nel modo che preferisce. In questo modo, i selezionatori possono concentrarsi esclusivamente sulle competenze, le qualifiche e la personalità dei candidati.

Attrattività per i giovani talenti

La flessibilità e la tecnologia avanzata del Metaverso attraggono le generazioni di nativi digitali, che cercano modi innovativi e coinvolgenti per mostrare le proprie capacità e personalità online.

Uno studio Microsoft ha rilevato che il 51% degli appartenenti alla generazione Z conta di svolgere parte del suo lavoro nel Metaverso da qui a due anni. E, poiché la generazione Alpha rappresenterà l’11% della forza lavoro entro il 2030, essere aperti a questa pratica di assunzione può aiutare ad accogliere i giovani con competenze digitali elevate.

Del resto, la Gen Z e la Gen Alpha frequentano già il Metaverso: socializzano, giocano, partecipano a concerti. Sfruttando il Metaverso per le assunzioni le aziende possono incontrare le generazioni più giovani lì dove si trovano.

Focus sulle abilità

I colloqui nel Metaverso consentono ai candidati di mostrare i loro talenti e le loro abilità in modi nuovi e coinvolgenti, attraverso simulazioni e giochi virtuali. Costruendo avatar digitali in grado di interagire con ambienti virtuali e oggetti digitali, dunque, i candidati possono andare oltre quanto condiviso nei loro curricula e nelle loro lettere di accompagnamento.

I rischi dei colloqui nella realtà virtuale

Sebbene sempre più aziende stiano costruendo i loro spazi nel Metaverso, tali tecnologie non sono ancora alla portata di tutti. Richiedono infatti un investimento significativo in termini di hardware, software, formazione e assunzione di professionisti esperti, aggiornamenti e manutenzione.

Allo stesso modo, anche se non è strettamente necessario possedere un visore VR per unirsi al Metaverso, l’esperienza da smartphone e pc è limitata. E chiedere visori VR ai candidati può ridurre in modo significativo il pool di talenti in grado di prendere parte al processo di selezione.

Un’altra sfida è la mancanza di standardizzazione e interoperabilità tra diverse piattaforme e dispositivi del Metaverso: se aziende e candidati usano software o hardware diversi, l’accesso ai colloqui virtuali può essere impossibile o limitato. Per ridurre questo rischio è necessario prestare particolare attenzione e creare un processo di assunzione coerente e inclusivo nel Metaverso, che rispetti la tecnologia di cui dispone il candidato-tipo.

Inoltre, essendo una tecnologia relativamente nuova e non regolamentata, il Metaverso può comportare rischi significativi per candidati e aziende: un recente rapporto dello Stern Center for Business and Human Rights della New York University avverte infatti che, poiché tale tecnologia non funziona senza raccogliere ed elaborare grandi quantità di dati personali, presenta un rischio per la privacy.

Le imprese, infatti, corrono il rischio di esporre informazioni sensibili sulle loro strategie aziendali, sui prodotti e sulla proprietà intellettuale a hacker o concorrenti e potrebbero incorrere in responsabilità legali se non rispettassero le normative sulla protezione dei dati o gli standard etici in vigore.

Dipendenti e candidati potrebbero anche perdere il controllo dei loro dati personali e delle risorse digitali archiviate o generate nel Metaverso, non riuscendo a eliminare o modificare autonomamente i loro profili online, gli avatar o i contenuti (a seconda delle autorizzazioni della piattaforma, potrebbe essere necessario che lo faccia l’amministratore o un fornitore di terze parti).

Come si svolgono i colloqui nel Metaverso

Nel Metaverso, datore di lavoro e candidato possono incontrarsi senza la necessità di recarsi in sede: il colloquio può essere condotto utilizzando la tecnologia 3D e gli occhiali VR.

Anziché collegarsi a piattaforme per video colloqui come Zoom e Microsoft Teams, il Metaverso apre le porte alla comunicazione interattiva: datore di lavoro e candidato possono esaminarsi a vicenda, per decidere se sono adatti l’uno all’altro. Inoltre, possono riunirsi in spazi che sembrano reali, il che rende l’esperienza più stimolante, piacevole e coinvolgente.

A spiegarlo è stato lo stesso Mark Zuckerberg, nel corso di un’intervista a The Verge: le interazioni saranno sempre più ricche e sembreranno reali. Anziché essere intervistati al telefono, oppure in video, i candidati e gli intervistatori si potranno incontrare e sedersi uno di fronte all’altro grazie ai loro ologrammi.

Inoltre, potranno usare dati, video e statistiche tridimensionali per mostrare in maniera più concreta la loro esperienza e le loro competenze. Rivoluzionando, di fatto, il processo di selezione.