Diventare CEO: strategie e competenze per guidare la C-Suite
Diventare Amministratore Delegato (CEO) è un traguardo ambizioso, simbolo della capacità di guidare un’organizzazione verso il successo. Questo ruolo, spesso percepito come distante e difficile da raggiungere, può diventare una meta concreta con la giusta preparazione, una strategia ben definita e un impegno costante. In questo articolo, esploreremo i principali aspetti da considerare per intraprendere il percorso verso la posizione di CEO, dalla formazione alle competenze, dall’esperienza al networking, fino alle strategie di successo.
INDICE DEI CONTENUTI
Cos’è un CEO e perché aspirare a diventarlo
Il CEO (Chief Executive Officer), definito anche come Amministratore Delegato, è la figura apicale di un’azienda, colui che la dirige, definendo gli obiettivi da raggiungere e le strategie operative da attuare. Tra le sue responsabilità chiave rientrano la definizione della vision aziendale, la gestione delle risorse umane e finanziarie, la rappresentanza dell’azienda verso l’esterno e, soprattutto, la presa di decisioni strategiche che plasmano il futuro del business.
Cosa spinge un manager ad aspirare a questo ruolo? Essere CEO implica la possibilità di esercitare un impatto profondo sul mercato, orientare l’organizzazione verso risultati ambiziosi, guidare team attraverso sfide complesse, godere di importanti opportunità di crescita personale e professionale.
Tuttavia, diventare CEO non è solo una questione di ambizione o prestigio, ma un impegno totale che richiede motivazioni profonde e una mentalità orientata alla sostenibilità del ruolo. Un CEO deve affrontare sfide continue, bilanciare aspettative spesso inconciliabili e operare sotto una pressione costante. Ecco perché, come ricordano leader come Satya Nadella, AD di Microsoft, o Kenneth Chenault, ex AD di American Express, [¹], chi ambisce a questa posizione deve interrogarsi a fondo sulle proprie ragioni, essere guidato da un senso di responsabilità collettiva e dalla volontà di creare valore oltre il proprio tornaconto personale.
Qualità e competenze essenziali per un CEO di successo
Per guidare un’azienda verso il successo, un CEO non può basarsi solo sull’intuito o sull’esperienza pregressa. È necessario possedere un bagaglio di qualità e competenze ben definito, un mix equilibrato di conoscenze e tratti personali che permettano di affrontare le sfide complesse del ruolo.
Se parliamo di hard skill, tra quelle fondamentali per un CEO possiamo includere:
- Conoscenze di finanza aziendale: comprendere i bilanci, i flussi di cassa, la gestione del capitale e gli indicatori finanziari chiave è essenziale per prendere decisioni informate e garantire la solidità finanziaria dell’azienda.
- Gestione strategica: la capacità di definire una visione a lungo termine, sviluppare strategie competitive e allocare le risorse in modo efficace è cruciale per guidare l’azienda verso la crescita e il successo.
- Operations: comprendere i processi operativi aziendali, dalla produzione alla logistica, è importante per ottimizzare l’efficienza e garantire la qualità dei prodotti o servizi offerti.
- Marketing e vendite: avere una solida comprensione delle dinamiche di mercato, delle strategie di marketing e delle tecniche di vendita è fondamentale per acquisire clienti, aumentare la quota di mercato e generare ricavi.
- Diritto commerciale: per operare nel rispetto della legge e gestire i rischi legali è necessaria una conoscenza di base del diritto commerciale, dei contratti e delle normative aziendali.
La profondità richiesta per ciascuna di queste hard skill può variare a seconda del settore e delle dimensioni dell’azienda, ma una solida comprensione delle aree aziendali fondamentali è imprescindibile per un CEO.
Tuttavia, per gestire situazioni complesse e interagire efficacemente con gli altri, per un CEO le soft skill sono tanto importanti quanto le hard skill, se non addirittura di più. Un’analisi di LinkedIn [²] rivela che 3 professionisti su 5 (il 61%) reputano le competenze trasversali importanti almeno tanto quanto quelle tecniche. Alcune soft skill chiave includono:
- Leadership autentica: guidare con umiltà, integrità e passione è essenziale. I leader autentici riconoscono l’importanza di servire gli altri e di mantenere una connessione genuina con team e stakeholder.
- Visione strategica: la capacità di guardare al futuro del settore e dell’azienda con una prospettiva ampia e lungimirante è la strada per la crescita e l’innovazione.
- Comunicazione efficace: comprendere e valorizzare le esigenze degli altri è fondamentale per costruire relazioni solide. I leader efficaci creano un ambiente in cui le persone si sentono ascoltate e apprezzate, promuovendo una cultura di fiducia e collaborazione.
- Gestione del tempo e delega: saper fidarsi e valorizzare i talenti del proprio team è cruciale per ottenere il massimo rendimento. Delegare responsabilità permette ai leader di concentrarsi sulle priorità strategiche e di sviluppare le competenze delle persone dell’organizzazione.
- Adattabilità: essere pronti a cambiare rotta in base agli sviluppi è cruciale in un ambiente in continua evoluzione. I leader devono essere aperti al cambiamento e capaci di adattarsi rapidamente alle nuove circostanze.
- Intelligenza emotiva: saper comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri è fondamentale per costruire relazioni positive, gestire i conflitti e creare un ambiente di lavoro positivo.
È importante sottolineare che le soft skill non sono innate, ma possono essere sviluppate e affinate attraverso la pratica, la formazione specifica e il feedback continuo.
Oltre alle competenze citate, anche alcuni tratti personali possono contribuire significativamente al successo di un CEO, come la resilienza e la proattività. La prima permette a un leader di affrontare crisi e fallimenti trasformandoli in occasioni di business, garantendo stabilità e adattabilità all’azienda. La seconda distingue chi anticipa problemi e opportunità da chi li subisce. Un leader proattivo legge i cambiamenti del mercato, li trasforma in vantaggi competitivi e crea una cultura aziendale orientata all’innovazione e alla crescita.
Formazione e istruzione: la base solida per la carriera di CEO
Una solida base educativa rappresenta un elemento fondamentale per costruire una carriera di successo in questo ruolo. La formazione fornisce le fondamenta teoriche e metodologiche necessarie per affrontare le sfide complesse della gestione aziendale, offrendo un framework concettuale e strumenti analitici indispensabili. Sebbene non esista un percorso formativo univoco e obbligatorio per diventare CEO, ci sono indirizzi di studio più comuni e utili per chi punta a diventarlo.
I percorsi accademici più comuni e come ampliarli
Uno studio condotto dall’Università Bocconi su un campione di CEO italiani ha rivelato che il 73% di questi possiede una laurea in Economia, Management o Ingegneria. La maggior parte di loro proviene da un’università del Nord Italia, ha avuto una carriera stabile in un unico settore industriale e molto spesso arriva a ricoprire la carica passando da una promozione interna. Molto diffuse sono anche le esperienze internazionali, considerate quasi un must have per numerose realtà. [³].
Un MBA (Master in Business Administration), molto diffuso tra i CEO, rappresenta un investimento particolarmente significativo per chi aspira a ruoli di leadership per sviluppare competenze avanzate in tutte le aree funzionali dell’azienda, dalla strategia alla finanza, dal marketing alle operations. È spesso considerato un acceleratore di carriera e può aprire porte a posizioni di maggiore responsabilità. Anche lauree umanistiche o scientifiche possono fornire una solida base per la carriera di CEO, soprattutto se integrate con un MBA o con un’esperienza professionale rilevante. Il successo dipende da un mix di competenze, esperienze e tratti personali, non solo dal percorso di studi intrapreso.
La scelta della specializzazione MBA dipende da diversi fattori, tra cui il settore in cui opera l’azienda, le sue dimensioni e gli obiettivi di carriera personali. Ad esempio, un MBA in Finanza è particolarmente utile per chi lavora in banche o società di investimento, mentre un MBA in Commercio Internazionale è essenziale per chi opera in un contesto globale poiché approfondisce tematiche come la gestione interculturale, le normative internazionali e le strategie di espansione nei mercati esteri. Tra le opzioni più versatili, un MBA in General Management offre una panoramica completa su strategia, finanza, risorse umane e operazioni, fornendo ai futuri CEO una visione olistica del funzionamento aziendale.
Per chi sceglie di conseguire un MBA, le destinazioni più popolari sono gli Stati Uniti, con l’Università di Harvard come leader indiscussa, seguite dalla Cina e dalla Francia. In Italia, invece, le migliori università sono l’Università di Roma “La Sapienza”, l’Università Bocconi di Milano e l’Università di Firenze [⁴].L’apprendimento continuo e l’aggiornamento professionale sono imperativi per un CEO, soprattutto nell’era digitale. In un contesto in cui le tecnologie evolvono rapidamente e le sfide sono sempre nuove, la capacità di aggiornarsi, acquisire nuove competenze e adattarsi diventa essenziale per mantenere la competitività. I CEO che abbracciano questa mentalità non solo migliorano la propria leadership, ma ispirano le proprie persone a fare lo stesso, creando un ambiente aziendale dinamico e innovativo. Investire nella formazione continua consente di anticipare i cambiamenti, prendere decisioni più informate e trasformare le difficoltà in opportunità di crescita.
La formazione può assumere diverse forme, dai corsi di aggiornamento e workshop specialistici, ai seminari e alla partecipazione a conferenze di settore. La lettura di libri di management, riviste specializzate, blog e la fruizione di podcast e webinar rappresentano ulteriori strumenti preziosi per rimanere aggiornati. Anche il networking stesso può essere considerato una forma di apprendimento, in quanto permette di imparare dagli altri professionisti, scambiare esperienze e best practice e ampliare la propria rete di contatti. Un CEO che smette di imparare rischia di diventare obsoleto e di compromettere il successo dell’azienda.
Esperienza professionale: passaggi chiave per accelerare la carriera
Oltre alla formazione, per diventare CEO l’esperienza è determinante. Il percorso professionale può variare, ma alcune tappe chiave accelerano l’ascesa alla leadership:
- Ricoprire ruoli critici per la crescita: non tutte le esperienze professionali preparano allo stesso modo. Posizioni come CFO, COO e Direttore Commerciale offrono una visione strategica cruciale per guidare un’azienda. In particolare, il 57% dei nuovi CEO dell’S&P 1500 è stato promosso da ruoli di COO[⁵] e la percentuale di amministratori delegati che erano responsabili finanziari si aggira intorno al 30%, un trend in crescita rispetto al 2019 (20%) [⁶]. Un COO, infatti, affina l’abilità di ottimizzare operazioni e processi, mentre un CFO sviluppa una forte capacità di gestione finanziaria, analisi dei rischi e pianificazione strategica. Chi proviene dal commerciale porta invece una mentalità orientata alla crescita e alla gestione delle relazioni con gli stakeholder, insieme ad una profonda conoscenza dei clienti e del marcato.
- Lavorare in contesti che stimolino la crescita: essere coinvolti in trasformazioni aziendali, fusioni, acquisizioni o espansioni internazionali permette di sviluppare competenze di leadership su larga scala. Operare in settori dinamici come tecnologia, energia rinnovabile o healthcare può accelerare il percorso, offrendo esperienze in contesti ad alta innovazione.
- Potenziare la propria visibilità: i CEO di oggi devono essere riconosciuti come punti di riferimento nel loro settore. Costruire un brand personale attraverso pubblicazioni, conferenze e networking strategico aiuta a emergere. LinkedIn e altri canali professionali sono strumenti potenti per comunicare risultati, visione e competenze.
- Rafforzare il proprio network: partecipare a eventi di settore, entrare in contatto con leader affermati e costruire relazioni con investitori, board member e altri executive permette di sviluppare una rete di supporto essenziale. Inoltre, il confronto costante con altre figure di spicco aiuta a mantenere una visione aggiornata sulle tendenze di mercato e a prendere decisioni più informate.
Esperienza professionale: i percorsi non convenzionali
Sebbene esista un percorso ritenuto “tradizionale” per diventare CEO, basato su una progressione graduale di ruoli manageriali, esistono anche percorsi non convenzionali che possono portare alla leadership di vertice. Esplorare queste diverse alternative è importante per ampliare la prospettiva e comprendere che ci sono molteplici strade per raggiungere l’obiettivo. Vediamo allora come diventare Amministratore Delegato attraverso percorsi alternativi rispetto a quanto visto precedentemente:
- Il consulente come trampolino di lancio: l’esperienza nella consulenza strategica sviluppa capacità di problem solving, analisi e visione d’insieme, tutte competenze chiave per un CEO. I consulenti acquisiscono una prospettiva ampia su diversi settori e modelli di business, aumentando la loro adattabilità e capacità di gestione. Il networking costruito in consulenza è un asset prezioso perché permette di interagire con manager e leader di alto livello. Molti ex-consulenti scelgono di mettere in pratica le loro competenze assumendo ruoli di leadership aziendale, spesso come CEO.
- Diventare CEO fondando la tua startup: creare una propria azienda è un percorso impegnativo ma altamente gratificante per diventare CEO. Un founder deve avere una visione chiara, capacità di innovazione e una forte attitudine al rischio per costruire un business da zero. Questa esperienza permette di acquisire competenze trasversali in tutte le aree aziendali, dalla finanza al marketing, accelerando la crescita professionale. Le difficoltà includono l’incertezza, lo stress e il rischio di fallimento, ma le opportunità sono altrettanto grandi: indipendenza, impatto sul mercato e possibilità di realizzare la propria visione.
Un ulteriore criterio per classificare i percorsi di carriera dei CEO è la loro provenienza, ovvero se emergono dall’interno della stessa azienda o arrivano da realtà esterne. In questo senso, esistono tre principali traiettorie: il percorso Insider prevede la crescita all’interno della stessa azienda, permettendo di acquisire una profonda conoscenza della cultura, dei processi e delle dinamiche interne, ma può limitare la visione innovativa. Il percorso Outsider, invece, porta un professionista da altre aziende o settori, offrendo nuove prospettive e idee innovative, ma richiede un periodo di adattamento alla nuova realtà aziendale. Infine, il percorso Ibrido combina esperienze interne ed esterne, permettendo di sviluppare sia una conoscenza approfondita dell’azienda sia una visione ampia del mercato, aumentando le opportunità di successo come leader.
Il successo non è un traguardo statico, ma un percorso di crescita continua: è fondamentale investire nel proprio sviluppo professionale, ampliare il proprio network e adattarsi alle evoluzioni del mercato. Non esiste un percorso lineare e senza ostacoli, servono impegno, dedizione, adattabilità e una strategia, ma definire un percorso strutturato e consapevole è utile per aumentare le probabilità di successo e consolidare una carriera ai vertici solida e duratura.