I 7 indicatori per monitorare lo stato di salute di un’azienda
Monitorare lo stato di salute di un’azienda è essenziale per garantirne la crescita sostenibile e la competitività nel mercato. Proprio come un check-up regolare per il corpo aiuta a mantenere il benessere fisico, un’analisi periodica dei principali indicatori aziendali permette di individuare punti di forza e aree di miglioramento, anticipando potenziali problemi e sfruttando nuove opportunità.
La gestione efficace di un’impresa richiede dunque una visione chiara e dettagliata delle sue performance. Ma, con la vastità dei dati oggi disponibili, è fondamentale sapere su quali metriche concentrarsi per ottenere una panoramica accurata dello stato di salute aziendale. In questo contesto, gli indicatori chiave di prestazione (KPI) diventano strumenti indispensabili per monitorare e valutare i progressi rispetto agli obiettivi prefissati.
1. Liquidità
La liquidità è un fattore chiave per valutare la salute finanziaria di un’azienda. Prima di poter prosperare a lungo termine, un’organizzazione deve essere in grado di sopravvivere a breve termine: la liquidità è esattamente questo, la quantità di denaro e di attività facilmente convertibili in denaro che un’azienda possiede per gestire i suoi obblighi nel breve periodo.
Le due metriche più comunemente utilizzate per misurare la liquidità sono il rapporto corrente e il rapporto rapido.
Il rapporto corrente (current ratio) misura la capacità di un’azienda di coprire le passività a breve termine (debiti) con le attività a breve termine (asset). Se superiore a 1, l’azienda ha più attività che passività correnti ed è dunque in grado di pagare i suoi debiti.
Il rapporto rapido (acid test ratio) esclude invece le rimanenze (inventari) dalle attività correnti, poiché potrebbero non essere facilmente convertibili in denaro in tempi brevi. Se maggiore di 1, l’azienda può coprire le sue passività correnti senza dover vendere inventari in quanto in possesso di una buona liquidità.
2. Solvibilità
Correlato alla liquidità è il concetto di solvibilità, ovvero la capacità di un’azienda di soddisfare i propri obblighi di debito su base continuativa, non solo a breve termine.
L’indicatore finanziario utilizzato è il rapporto D/E (Debt-to-Equity), capace di fornire informazioni sulla struttura del capitale aziendale, confrontando il totale del debito con il totale del capitale proprio. Un valore basso indica che l’azienda sta finanziando la maggior parte delle sue operazioni con capitale proprio e che la rischiosità finanziaria è minore in quando vi sono meno obblighi di debito da rispettare; un valore alto suggerisce che l’azienda usa una maggior quantità di debito per finanziare le sue operazioni e che ha dunque più debiti da onorare (ma anche un rendimento potenzialmente maggiore sul capitale proprio, se è in grado di utilizzare efficacemente quei debiti per generare profitti).
3. Efficienza operativa
L’efficienza operativa di un’azienda è importante per il suo successo finanziario. L’indicatore che la rileva è il margine operativo: la percentuale di ricavi che rimane dopo aver sottratto i costi operativi, ma prima di considerare gli oneri finanziari, le tasse e gli elementi straordinari.
4. Redditività
Sebbene liquidità, solvibilità ed efficienza operativa siano tutti fattori importanti da considerare nella valutazione dello stato di salute di un’azienda, ciò che più conta è la redditività netta. Le aziende possono sopravvivere per anni senza essere redditizie, operando sulla buona volontà di creditori e investitori, ma devono raggiungere e mantenere la redditività.
Una buona metrica per valutare la redditività è il margine netto e dunque la percentuale dei ricavi che rimane dopo aver sottratto tutte le spese, inclusi i costi operativi, gli oneri finanziari, le tasse e gli elementi straordinari. Se il margine netto è alto, l’azienda è efficiente non solo nelle sue operazioni principali, ma anche nella gestione degli oneri finanziari e delle tasse; se è basso, può segnalare problemi di redditività.
5. Employee Satisfaction
Oltre ai KPI finanziari, esistono altri indicatori utili per valutare lo stato di salute di un’azienda.
L’Employee Satisfaction è una misura del grado di contentezza e appagamento che i dipendenti provano nei confronti del loro lavoro e dell’ambiente lavorativo. Si tratta di una metrica importantissima, in quanto può influire su aspetti cruciali come la produttività, la motivazione, la fedeltà all’azienda e il tasso di turnover del personale.
Secondo lo State of Global Workplace Report di Gallup, le aziende italiane devono fare i conti con livelli di Employee Satisfaction molto bassi. Solo l’8% dei dipendenti si dice attivamente impegnato, il 41% è alla ricerca di un nuovo posto di lavoro e il 25% ha dichiarato di provare una sensazione di tristezza quotidiana.
6. Overall Task Performance
L’Overall Task Performance si riferisce al processo di completamento delle attività e al raggiungimento della produttività in conformità con gli obiettivi e la vision organizzativa.
Riguardando individui e team che lavorano insieme con le loro conoscenze, competenze e abilità per portare a termine un compito, è un KPI importante per valutare se e quanto un’azienda è coesa. Affinché una task venga conclusa in modo efficiente, infatti, è necessario che ci sia coordinamento e cooperazione all’interno dei team.
Secondo lo State of Collaboration Survey di Coral, il 70% dei dipendenti ritiene che una maggiore collaborazione possa avere un impatto positivo sulla produttività. Mentre un’indagine di Gallup dimostra come alti livelli di Team Engagement possono tradursi in una redditività fino al 21% superiore.
7. Customer Satisfaction
Infine, è bene ricordare che ogni azienda dipende dai suoi clienti. La Customer Satisfaction, il grado di contentezza e soddisfazione che i clienti provano nei confronti di un prodotto, servizio o esperienza fornita da un’azienda, è dunque un KPI fondamentale.
Per l’80% dei clienti, l’esperienza offerta da un’azienda è importante tanto quanto i suoi prodotti e servizi . I clienti fedeli, infatti, hanno cinque volte più probabilità di riacquistare un prodotto o un servizio e di perdonare un errore, sette volte più probabilità di provare un nuovo prodotto o servizio e quattro volte più probabilità di consigliare l’azienda ad amici e colleghi: un Costumer Satisfaction elevato è dunque indice di un’azienda sana, quantomeno nel rapporto con la clientela.