Pro e contro delle Academy Aziendali
Le Academy Aziendali sono programmi educativi interni all’azienda, che mirano a fornire formazione, sviluppo professionale e apprendimento continuo ai dipendenti. L’obiettivo è migliorare le competenze, le conoscenze e le abilità di tutti i collaboratori, così da permettere a ciascuna persona di svolgere i suoi compiti in modo più efficace ed efficiente.
La prima Academy Aziendale fu fondata nel 1927 da General Motors. Fu però la General Electrics ad approfondirne il concetto, inaugurando negli anni Cinquanta la sua Corporate University, deputata all’organizzazione di corsi tecnici d’aggiornamento per i dipendenti. In Europa, le Academy Aziendali sono arrivate invece negli anni Ottanta – Novanta.
Cosa sono le Academy Aziendali
Le Corporate Academy sono iniziative formative ideate dalle aziende, con l’obiettivo di offrire attività di apprendimento e sviluppo per i dipendenti. Oggi, accanto alla valorizzazione dei percorsi di crescita professionale, le Corporate Academy perseguono anche un secondo obiettivo: formare giovani e professionisti talentuosi esterni all’azienda, affinché sviluppino skill non contemplate dai piani di studio professionali ma particolarmente utili nel mercato del lavoro.
In Italia, Paese in cui la prima Academy Aziendale è stata fondata nel 2001 da Eni, persiste un certo scetticismo nei confronti di questo strumento. Eppure, il suo ruolo, in un contesto lavorativo carente di figure specializzate, è fondamentale. Non solo: gli ultimi decenni hanno visto crescere sensibilmente l’importanza della formazione, fino a farla diventare parte integrante delle strategie di wellbeing e di engagement.
Tuttavia, affinché un’Academy Aziendale abbia successo, è necessario che sia ben strutturata e virtuale: la formazione in aula, nell’ultimo triennio, è diventata l’eccezione. Inoltre, i formatori moderni devono essere non solo dei professionisti preparati, ma anche degli eccellenti comunicatori, capaci di comprendere il livello d’apprendimento degli studenti e la modalità più funzionale per il rilascio delle nozioni. Solo a queste condizioni, l’Academy può fungere da collegamento tra la formazione accademica e l’inizio della vita lavorativa, fornendo ai giovani nuove skill e alle aziende nuove idee.
Futuro e vantaggi dell’Academy Aziendale
Se l’Academy Aziendale è un luogo, in genere virtuale, in cui i dipendenti migliorano le loro competenze (tecniche, funzionali e commerciali), la Corporate University è uno strumento educativo strategico progettato per aiutare l’azienda a raggiungere i suoi obiettivi attraverso attività che favoriscono l’apprendimento. In Europa, il 35% delle aziende ha una Corporate University, il 32% un’Academy Aziendale, il 10% ha entrambe mentre il 23% non ha nessuna delle due.
Tuttavia, secondo il McKinsey Global Institute, 1 lavoratore su 16 dovrà passare a nuovi ruoli entro il 2030, e avrà dunque bisogno di acquisire nuove competenze. Ed è qui che le Academy e le Corporate University entrano in gioco, con un sempre maggiore coinvolgimento dei leader aziendali nella strategia d’apprendimento.
Le tendenze che si delineano sono dunque due: i leader aziendali porteranno nella Learning Strategy le tecniche proprie di altre funzioni organizzative, come l’analisi del ROI o l’approccio data-driven, e sempre più aziende preferiranno de-centralizzare le attività d’apprendimento.
Cosa significa? In un modello centralizzato, il processo decisionale è condotto da un unico dirigente senior o da un gruppo dirigente, mentre in un modello decentralizzato il potere decisionale è distribuito tra più individui e team.
Attualmente, il 36% delle aziende utilizza un mix di sistemi centralizzati e
strutture decentrate, il 49% si basa su un modello centralizzato e il 15% su un modello decentralizzato.
La formazione centralizzata viene perlopiù impiegata per lo sviluppo della leadership e delle competenze chiave, la formazione decentralizzata, invece, per l’acquisizione di competenze specifiche (ad esempio, per insegnare ai dipendenti come utilizzare un certo software).
Gli svantaggi dell’Academy Aziendale
Il principale svantaggio dell’Academy Aziendale è di tipo economico, specialmente per le PMI: mentre le grandi aziende possono destinare milioni alla formazione dei propri collaboratori, le piccole e medie imprese hanno spesso a che fare con risorse limitate. Tuttavia, scegliendo la forma dell’apprendimento online, molti dei costi possono essere tagliati.
Il secondo svantaggio è il tempo che la formazione richiede: affinché un’Academy aumenti la soddisfazione delle risorse umane, è necessario che non rubi tempo alla loro vita privata ma si svolga invece durante l’orario lavorativo. Quel tempo è dunque tempo “sottratto” al lavoro vero e proprio. Fondamentale è però ragionare sul lungo periodo: i talenti adeguatamente formati, così come quelli che entrano in azienda, con la giusta formazione non avranno costantemente bisogno del supporto altrui e saranno autonomi nello svolgimento delle loro attività.
Le Academy aziendali in Italia: esempi virtuosi
In Italia, il fenomeno delle Academy aziendali non è diffuso quanto nel mondo anglosassone. Tuttavia, esistono diversi esempi virtuosi che dimostrano come tali programmi educativi siano funzionali e innovativi.
Il MUNER, l’Università dei Motoveicoli dell’Emilia Romagna, grazie alla collaborazione tra le grandi aziende della Motor Valley (Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari) e le università della Regione, eroga vere e proprie lauree. E dimostra che un’Academy aziendale di successo è un centro di formazione continua all’avanguardia, aperto verso l’esterno.
Altri esempi sul territorio italiano sono l’Università del Caffè, fondata da Illy per diffondere nel mondo la cultura del caffè attraverso (anche) la formazione, e le Know-How Academies di Ferrero, che forniscono una formazione mirata per il miglioramento e l’acquisizione di nuove skills. Dalla finanza alle risorse umane, dall’IT al marketing, dalle vendite alle funzioni più tecniche, la celebre industria dolciaria ha creato un ampio numero di Academy interne per supportare la crescita dei suoi lavoratori.
Infine, b*right – The Gi Group Holding University, nata per promuovere la diffusione dei valori del Gruppo e la costruzione di un’identità condivisa. Strategie, modalità e strumenti utilizzati sono progettati per migliorare la capacità di auto-apprendere, dis-apprendere, apprendere dal confronto e dall’esperienza. I quattro dipartimenti tematici (b*skilled, b*aware, b*engaged e b*better) presentano ciascuno un contenuto formativo specialistico, che viene trasmesso attraverso un mix integrato di canali, metodologie e strumenti. In questo modo, i dipendenti hanno a disposizione percorsi formativi per apprendere e migliorare Hard e Soft Skill, programmi di tutorship e mentoring, attività di engagement e molte altre iniziative per crescere professionalmente.