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Published 16 Settembre 2025 - in Knowledge Center

Crisis Management: strategie per affrontare le crisi | Wyser

Crisis Management: anticipare, gestire e trasformare la crisi in opportunitร 

In uno scenario economico e geopolitico caratterizzato da crescente volatilitร , il tema del Crisis Management assume una rilevanza strategica per la continuitร  e la resilienza delle organizzazioni. Una recente indagine PwC evidenzia come il 95% dei dirigenti aziendali ritenga che, nei prossimi anni, le crisi saranno piรน frequenti e complesse; tuttavia, solo una minoranza dichiara di disporre di un piano realmente operativoย [1]. Tale disallineamento tra consapevolezza del rischio e livello di preparazione rappresenta una criticitร  significativa, che impone alle imprese un approccio strutturato e sistematico alla gestione delle emergenze.

INDICE DEI CONTENUTI

Cos’รจ il Crisis Management e perchรฉ รจ essenziale

Il Crisis Management รจ lโ€™insieme strutturato di strategie, processi, strumenti e ruoli organizzativi attivati quando un rischio latente si รจ giร  trasformato in un evento critico, potenzialmente in grado di compromettere la continuitร  operativa, la reputazione aziendale o la sicurezza di persone e asset. Lโ€™obiettivo del Crisis Management รจ duplice: limitare i danni immediati, proteggendo gli interessi di tutti gli stakeholder, e ripristinare il piรน rapidamente possibile la funzionalitร  organizzativa, attraverso una risposta tempestiva e coerente in ogni fase dellโ€™emergenza.

Integrare il Crisis Management nella governance aziendale significa mettere in sicurezza non solo gli asset materiali, ma anche il capitale reputazionale, la fiducia del mercato e la coesione interna.

A differenza del Risk Management, che cerca di evitare lo scoppio di una crisi, il Crisis Management si attiva per gestirla e superarla, nel momento in cui il danno รจ giร  in corso.

Le 3 fasi fondamentali del processo di Crisis Management

Una gestione efficace delle crisi si fonda su un percorso strutturato, che puรฒ essere articolato in tre fasi distinte ma interdipendenti. Ciascuna fase prevede obiettivi chiari e attivitร  specifiche, e solo attraverso la loro integrazione coerente lโ€™organizzazione รจ in grado di affrontare lโ€™emergenza, ridurne gli impatti e trasformarla in unโ€™opportunitร  di rafforzamento per il futuro.

Fase 1: pre-crisi (prevenzione, pianificazione e preparazione)

Questa รจ la fase piรน rilevante del Crisis Management: se la risposta rappresenta il momento della veritร , รจ nella preparazione che si costruisce la reale capacitร  di affrontarla. Secondo PwC, il 95% delle aziende che hanno gestito con successo una crisi disponeva giร  di un piano strutturato e testatoย [1]. Di seguito le attivitร  chiave incluse in questa prima fase.

  • Analisi dei rischi: lโ€™organizzazione ha la responsabilitร  di identificare in modo sistemico le minacce potenziali, siano esse finanziarie (crisi di liquiditร , frodi), operative (interruzioni produttive, cyberattacchi), reputazionali (scandali, controversie) o ambientali. Questo processo di mappatura consente di definire prioritร  e soglie di attivazione.
  • Sviluppo di un piano di Crisis Management: lโ€™organizzazione si dota di un โ€œmanuale operativoโ€ da attivare in caso di crisi. Deve includere ruoli, procedure, canali di comunicazione, strumenti di monitoraggio e flussi decisionali. Il piano va redatto, validato, aggiornato e condiviso con i livelli chiave dellโ€™organizzazione.
  • Costituzione e formazione del team di crisi: ogni azienda deve costituire al proprio interno un Crisis Management Team (CMT) con membri provenienti da funzioni diverse. A ciascun membro vanno attribuiti ruoli chiari, competenze specifiche e poteri decisionali in fase di emergenza.
  • Simulazioni e test: momenti dedicati alle simulazioni sono necessari per testare la resilienza dei processi e lโ€™efficacia del coordinamento.


Fase 2: durante la crisi (risposta e gestione attiva)

Questa รจ la fase in cui il piano stabilito e precedentemente testato entra in azione. Il tempo รจ il fattore critico: le prime 24-72 ore sono decisive per contenere i danni e mantenere il controllo della situazione. Le azioni principali comprendono i seguenti step.

  • Attivazione del Crisis Management Team: il team si riunisce, valuta la gravitร  dellโ€™evento e applica il protocollo previsto. Vengono attivati strumenti di monitoraggio, flussi decisionali accelerati e piani di continuitร  operativa. Lโ€™efficacia di questa attivazione รจ determinante per contenere lโ€™impatto iniziale e orientare correttamente le successive azioni di risposta.
  • Gestione operativa: una volta stabilita la governance della crisi, la prioritร  รจ preservare la continuitร  aziendale e limitare le conseguenze negative sullโ€™operativitร . Le attivitร  comprendono lโ€™adozione di sistemi o processi alternativi per mantenere i servizi essenziali, la protezione e messa in sicurezza delle risorse critiche (infrastrutture, dati, forniture), la tutela del personale e degli impianti produttivi, nonchรฉ la salvaguardia delle relazioni con clienti e partner strategici. Lโ€™obiettivo รจ garantire che lโ€™organizzazione continui a funzionare, anche in modalitร  ridotta o adattata, fino al ripristino della piena normalitร .
  • Comunicazione di crisi: in momenti di incertezza, la voce del top management rappresenta un punto di riferimento. La chiarezza e la coerenza del messaggio rafforzano la fiducia di stakeholder interni ed esterni. Una comunicazione diretta e trasparente aiuta i dipendenti a comprendere la gravitร  della situazione, le prioritร  e il ruolo che ciascuno deve svolgere. Questo riduce il rischio di disinformazione e panico organizzativo. Il modo in cui il vertice comunica con clienti, partner, autoritร  e opinione pubblica influisce direttamente sulla percezione della capacitร  di gestione. Messaggi tempestivi e autorevoli possono contenere i danni reputazionali e preservare la fiducia del mercato.

Fase 3: post-crisi (recupero, analisi e apprendimento)

La terza fase รจ il momento in cui si ricostruisce. Una crisi ben gestita si riconosce anche dalla qualitร  della ripartenza: quanto velocemente si recupera, cosa si impara, e come si correggono le fragilitร  emerse.

Le attivitร  principali includono:

  • Valutazione dei danni, una stima oggettiva delle perdite economiche, operative, umane e reputazionali. Questo passaggio รจ cruciale per definire le prioritร  di intervento e comunicare in modo trasparente i risultati agli stakeholder.
  • Analisi post-crisi, un audit strutturato per comprendere cosa ha funzionato, cosa รจ mancato e quali decisioni hanno fatto la differenza al fine di rafforzare la capacitร  di risposta e aggiornare i protocolli per eventi futuri. Le aziende che vedono nella crisi un momento per evolvere riescono non solo a sopravvivere, ma a rafforzare il proprio modello di business e la propria leadership nel settore.
  • Ripristino operativo e reputazionale, una serie di azioni per riportare lโ€™operativitร  alla normalitร , ma anche per ricostruire la fiducia di clienti, investitori e dipendenti, attraverso comunicazioni post-crisi, gesti concreti di responsabilitร  e iniziative riparatorie.

Riconoscere le minacce: le principali tipologie di crisi aziendale

Le crisi non sono tutte uguali. Ognuna presenta caratteristiche, dinamiche e conseguenze specifiche che richiedono approcci di gestione diversi. Classificarle fin dalle prime fasi รจ essenziale per attivare risposte mirate e ridurre i danni. Non tutte si manifestano con la stessa prevedibilitร  o intensitร , ma ciascuna ha il potenziale di compromettere la stabilitร  e la sopravvivenza dellโ€™impresa se non affrontata con luciditร . Secondo PwC, lโ€™87% delle aziende ha sperimentato almeno una crisi significativa negli ultimi cinque anniย [2] โ€“ un dato che evidenzia quanto sia vitale per il top management disporre di un framework chiaro per riconoscere tempestivamente la tipologia di crisi e definire prioritร  di intervento.

  • Crisi finanziarie: si caratterizzano per squilibri economici che minacciano la continuitร  aziendale, riducendo la fiducia degli stakeholder e la capacitร  di investimento. Per il top management, la sfida consiste nel garantire la soliditร  della struttura finanziaria, salvaguardando la sostenibilitร  di lungo periodo.
  • Crisi reputazionali: agiscono sul capitale intangibile dellโ€™impresa, erodendo credibilitร  e fiducia. Hanno spesso impatti duraturi e difficili da recuperare. In questi casi, i CEO devono dimostrare trasparenza, responsabilitร  e coerenza, proteggendo lโ€™immagine dellโ€™organizzazione e ristabilendo la fiducia del pubblico.
  • Crisi tecnologiche o IT: derivano da interruzioni, vulnerabilitร  o attacchi ai sistemi digitali. La loro natura รจ spesso improvvisa e ad alto impatto, con potenziali effetti a cascata su processi, dati e servizi. Il top management deve garantire rapiditร  di reazione, resilienza digitale e investimenti continui nella sicurezza informatica.
  • Crisi operative: sono generate dal malfunzionamento di processi o prodotti che incidono direttamente sulla continuitร  del servizio o sulla sicurezza degli utenti. La leadership deve essere in grado di coordinare una risposta immediata, mantenere lโ€™operativitร  minima e comunicare con chiarezza alle parti interessate.
  • Crisi umane o organizzative: riguardano comportamenti impropri, conflitti interni o errori di governance che minano la fiducia e la coesione interna. Per il top management, รจ fondamentale affermare integritร , rafforzare la cultura aziendale e dimostrare accountability.
  • Crisi da eventi esterni: sono originate da fattori esogeni โ€“ politici, ambientali o sociali โ€“ che sfuggono al controllo diretto dellโ€™organizzazione ma possono compromettere intere filiere. La prioritร  per i vertici รจ garantire continuitร , flessibilitร  operativa e capacitร  di adattamento strategico. Il COVID-19 rappresenta uno degli esempi piรน recenti su larga scala di questo tipo di crisi.

La comunicazione di crisi: il pilastro di una gestione efficace

Come detto precedentemente, la comunicazione di una crisi rappresenta un passaggio chiave allโ€™interno del processo di gestione. In una crisi, ciรฒ che unโ€™azienda comunica – e come lo comunica – puรฒ fare la differenza tra il contenimento e il collasso. Errori comunicativi possono amplificare il danno, alimentare la sfiducia, o addirittura trasformare una crisi tecnica in una crisi reputazionale. Al contrario, una comunicazione strategica puรฒ proteggere la fiducia degli stakeholder e facilitare il ritorno alla normalitร .

Secondo PwC, il 77% delle aziende che hanno gestito con successo una crisi aveva predisposto una strategia di comunicazione ben definita, aggiornata e multicanale: un dato che conferma come la gestione del flusso informativo sia una leva decisiva per contenere i danni e ristabilire fiduciaย [3].

Approfondiamo quindi come agire al meglio perchรฉ, come sottolinea Forbes, la gestione della narrativa รจ spesso piรน importante della gestione dellโ€™evento in sรฉ: ยซIl modo in cui comunichi durante una crisi sarร  ricordato molto piรน a lungo dellโ€™incidente stessoยปย [4].

I quattro principi chiave della comunicazione di crisi

Lโ€™azienda, attraverso la voce dei suoi top manager, ha il compito di avviare una comunicazione che abbia alcune caratteristiche fondamentali.

  1. Trasparenza
    Tentare di minimizzare o occultare le informazioni puรฒ sembrare una scelta prudente nel breve termine, ma si rivela quasi sempre controproducente. Una comunicazione trasparente, anche su aspetti scomodi o non ancora risolti, trasmette responsabilitร  e rafforza la credibilitร  del top management. La trasparenza non significa fornire ogni dettaglio, ma condividere ciรฒ che รจ rilevante con chiarezza e senza ambiguitร .
  2. Rapiditร 
    Nelle prime ore di una crisi si gioca gran parte della credibilitร  aziendale. Un ritardo nella comunicazione apre la strada a speculazioni, interpretazioni distorte e disinformazione. Anche quando i dati non sono completi, รจ fondamentale comunicare tempestivamente, dichiarando cosa si sa, cosa non si sa e cosa si sta facendo per raccogliere ulteriori informazioni. La velocitร  dimostra controllo e proattivitร .
  3. Coerenza
    La moltiplicazione dei canali e la presenza costante dei media e dei social amplificano il rischio di incoerenza. Ogni messaggio, indipendentemente dal canale o dal target, deve essere perfettamente allineato alla linea strategica definita dal Crisis Management Team. Informazioni discordanti o contraddittorie compromettono la credibilitร  dellโ€™azienda e creano un effetto domino difficilmente reversibile.
  4. Empatia
    Ogni crisi, a prescindere dalla sua natura, coinvolge persone: dipendenti, clienti, comunitร  locali o stakeholder istituzionali. Comunicare con empatia โ€“ riconoscendo disagi, timori o perdite โ€“ significa dimostrare attenzione autentica e senso di responsabilitร . Questo elemento rafforza il legame fiduciario con le persone e contribuisce a preservare il capitale relazionale dellโ€™impresa.

Il ruolo del portavoce ufficiale

Ogni piano di Crisis Management deve prevedere la designazione di un portavoce ufficiale, preparato a comunicare con competenza anche sotto forte pressione. Questa figura centralizza i messaggi, riducendo il rischio di dichiarazioni frammentate o non autorizzate che potrebbero aggravare la crisi. In scenari particolarmente gravi โ€“ incidenti con forte impatto pubblico o crisi reputazionali โ€“ รจ opportuno che il portavoce sia un top executive, in grado di trasmettere un segnale chiaro di responsabilitร , presenza e leadership.

Adattare il messaggio ai diversi pubblici

Una comunicazione efficace non รจ โ€œone-size-fits-allโ€: ogni stakeholder ha bisogni e prospettive diverse. รˆ quindi fondamentale adattare tono, contenuti e canale a ciascun pubblico:

  • dipendenti โ€“ necessitano di informazioni chiare sullโ€™impatto della crisi sul lavoro, sulla sicurezza personale e sullโ€™organizzazione. La comunicazione deve rassicurare, orientare e coinvolgere;
  • clienti โ€“ cercano certezze sulla continuitร  dei servizi e sulle misure adottate. รˆ essenziale fornire risposte operative e trasmettere la percezione di unโ€™azienda sotto controllo;
  • media โ€“ richiedono aggiornamenti precisi, coerenti e verificabili. La gestione professionale della relazione con i media รจ fondamentale per evitare distorsioni e speculazioni;
  • investitori โ€“ guardano soprattutto alla sostenibilitร  finanziaria e alla capacitร  di recupero. La comunicazione deve essere trasparente sugli impatti economici e sulle strategie di mitigazione, preservando la credibilitร  della governance.

Social media e monitoraggio in tempo reale

Oggi, una crisi vive in tempo reale sui social media. Ignorare questi canali significa lasciare campo libero a disinformazione, panico o attacchi reputazionali. รˆ fondamentale:

  • utilizzare i social come canale ufficiale e primario di aggiornamento;
  • monitorare costantemente le conversazioni per intercettare notizie false o escalation emotive;
  • coordinare i messaggi digitali con quelli tradizionali (sito istituzionale, comunicati, e-mail) per garantire uniformitร  e coerenza.

Strumenti e tecnologie a supporto del Crisis Management

Oggi esistono strumenti digitali progettati specificamente per supportare le organizzazioni nella gestione di una crisi, migliorando il coordinamento, la velocitร  e la qualitร  delle decisioni. Le tecnologie non sostituiscono la strategia nรฉ la leadership, ma ne amplificano lโ€™efficacia, garantendo maggiore rapiditร , precisione e coordinamento nelle decisioni.

Piattaforme di monitoraggio media e social

Individuare tempestivamente i cosiddetti โ€œsegnali deboliโ€ รจ un elemento critico di prevenzione. Picchi anomali di attenzione online, discussioni negative o cambiamenti nel sentiment pubblico possono anticipare lโ€™esplosione di una crisi. Le piattaforme di social listening permettono di rilevare queste dinamiche in tempo reale, fornendo insight preziosi per calibrare il messaggio e orientare la risposta. La capacitร  del top management di leggere correttamente queste informazioni consente non solo di intervenire prima che lโ€™incidente degeneri, ma anche di rafforzare la fiducia interna ed esterna attraverso una comunicazione proattiva e tempestiva.

Sistemi di comunicazione di emergenza

Durante una crisi, la velocitร  con cui le informazioni raggiungono le persone giuste รจ un fattore che puรฒ determinare la continuitร  operativa. I sistemi di comunicazione di emergenza permettono di inviare notifiche immediate e multicanale โ€“ email, SMS, app dedicate โ€“ assicurando che i messaggi siano ricevuti, tracciati e compresi. Per il top management, questi strumenti garantiscono un controllo centralizzato e la possibilitร  di mantenere un filo diretto con dipendenti, partner e stakeholder critici, riducendo il rischio di dispersione o ritardi. Soluzioni come Everbridge o AlertMedia, ad esempio, consentono di inviare messaggi immediati a dipendenti e stakeholder attraverso piรน canali, garantendo che le informazioni vitali raggiungano tutti in modo rapido e verificabile.

Software di Crisis Management

Esistono piattaforme dedicate, come Noggin o Resolver, che centralizzano la gestione della crisi: raccolgono piani, checklist operative, ruoli e contatti, facilitando lโ€™operativitร  anche in situazioni di lavoro distribuito o remoto. Questi strumenti permettono di mantenere ordine e coerenza, facilitando la collaborazione tra funzioni aziendali e migliorando la tracciabilitร  delle decisioni prese sotto pressione.

Errori da evitare: case history

Una delle trappole piรน insidiose per il top management รจ la tendenza a rimanere in silenzio o a gestire la crisi in modo frammentario: la mancanza di un canale di comunicazione strutturato e di messaggi chiari espone lโ€™organizzazione a speculazioni, disinformazione e un rapido deterioramento della reputazione.

Casi recenti offrono esempi illuminanti di questi rischi. Tesla, ad esempio, ha eliminato il proprio ufficio stampa nel 2020, affidandosi quasi esclusivamente ai social media per comunicare informazioni rilevanti. Quando sono emerse notizie riguardanti una riduzione della forza lavoro del 10%, lโ€™assenza di un portavoce ufficiale ha generato interrogativi e incertezze sul livello di trasparenza e responsabilitร  della leadership. Elon Musk ha utilizzato i social per spiegare la necessitร  dei tagli e le ragioni strategiche alla base della riorganizzazione, ma questa scelta ha lasciato spazio a interpretazioni e speculazioni da parte dei media e del pubblico. Situazioni analoghe si sono verificate con Twitter (ora X), dove la mancanza di un ufficio stampa strutturato ha impedito ai giornalisti di ottenere commenti ufficiali, creando un vuoto comunicativo che ha amplificato lโ€™incertezza e le percezioni negative sullโ€™azienda. Questi esempi dimostrano come affidarsi esclusivamente ai social o ignorare i media tradizionali possa ridurre la capacitร  dellโ€™organizzazione di controllare la narrativa e tutelare la propria reputazione.

Al contrario, esperienze di gestione efficace della crisi evidenziano il valore di un approccio strutturato e multicanale. Dopo il crollo del Francis Scott Key Bridge a Baltimore, le autoritร  statali e federali hanno adottato una strategia di comunicazione trasparente e continua. Sono stati organizzati briefing regolari per i media, รจ stato designato un portavoce ufficiale e sono stati messi a disposizione canali digitali dedicati, tra cui un sito web centralizzato contenente aggiornamenti sulle operazioni di recupero, informazioni pratiche per i cittadini e link diretti alle autoritร  competenti. Questo approccio ha permesso di mantenere alta la fiducia del pubblico, fornire rassicurazioni e garantire un coordinamento efficace tra stakeholder. La differenza rispetto ai casi di Tesla e Twitter/X รจ evidente: la tempestivitร , la trasparenza e lโ€™integrazione dei canali hanno permesso di ridurre le incertezze e contenere lโ€™impatto reputazionaleย [5].

Un altro aspetto critico riguarda il bilanciamento tra tempestivitร  e chiarezza. Condividere informazioni incomplete o comunicare troppo spesso puรฒ essere controproducente, generando confusione e distraendo lโ€™attenzione dai punti essenziali. Come sottolineato dagli esperti di comunicazione strategica, รจ fondamentale semplificare i messaggi, concentrandosi su ciรฒ che รจ rilevante e chiaro, evitando di alimentare ulteriormente la copertura mediatica della crisi. Casi come quello di Peloton, che nel 2021 ha dovuto ritirare il tapis roulant Tread dopo incidenti gravi, evidenziano lโ€™importanza di adattare rapidamente la comunicazione alla gravitร  della crisi. Lโ€™iniziale negazione del problema ha amplificato le critiche, mentre il cambio di strategia, accompagnato da scuse pubbliche e misure concrete di sicurezza, ha consentito di contenere il danno e preservare la reputazione del marchioย [6].

Altri esempi recenti arricchiscono ulteriormente le lezioni: Marriott, durante la crisi del COVID-19, ha visto il CEO Arne Sorenson comunicare con autenticitร  ed empatia, condividendo esperienze personali e decisioni difficili come i licenziamenti, stabilendo un modello di leadership autentica in tempi di crisi. Slack, nel 2022, ha gestito unโ€™interruzione del servizio aggiornando costantemente gli utenti tramite pagina di stato e social media, riconoscendo errori e garantendo trasparenza, dimostrando che lโ€™onestร  e la comunicazione multicanale rafforzano la fiduciaย [7].

In sintesi, il top management deve comprendere che la comunicazione durante una crisi รจ unโ€™attivitร  strategica tanto quanto le decisioni operative. Il successo dipende dalla capacitร  di pianificare in anticipo, designare portavoce qualificati, coordinare tutti i canali di comunicazione e bilanciare tempestivitร , trasparenza e coerenza. Solo cosรฌ รจ possibile proteggere la reputazione dellโ€™organizzazione, mantenere la fiducia degli stakeholder e trasformare un momento critico in unโ€™occasione per rafforzare la resilienza e la credibilitร  dellโ€™impresa.

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