Sostenibilità e condivisione: l’importanza strategica della Corporate Social Responsibility
La Corporate Social Responsibility (spesso abbreviata in CSR) è l’insieme delle azioni e delle politiche che un’impresa intraprende a favore dell’ambiente e della società. La Comunità Europea, nel 2001, l’ha così definita: “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
La sua origine, tuttavia, è ben più antica. Nel 1953 Howard R. Bowen, nel suo volume Social Responsibility of Businessman, si chiedeva quale responsabilità sociale avrebbe dovuto avere la direzione di un’impresa. Poi, negli anni, il concetto si è evoluto: nel 1991 Archie B. Carrol, autore di bestseller, stilò la celebre piramide della CSR. Una piramide alla cui base troviamo il profitto nel lungo termine e, nei livelli a salire, il rispetto delle leggi in termini di diritto del lavoro e di salute pubblica, l’etica (e dunque l’attenzione nei confronti di clienti e fornitori) e la responsabilità filantropica. È proprio quest’ultima, ovvero l’impegno dell’impresa a restituire valore alla società, la vetta della piramide e, dunque, il concetto più importante all’interno della Corporate Social Responsability.
Se un tempo si parlava, però, di azioni di volontariato e di donazioni, oggi il concetto è ben più ampio e riguarda la vita aziendale in ogni suo aspetto: l’inclusività, la parità di genere, le misure contro il riscaldamento globale e così via.
I vantaggi della CSR
Una volta compreso cos’è la CSR, è necessario comprendere quali siano i suoi vantaggi e perché investire in tal senso può portare diversi benefici.
La Corporate Social Responsibility si declina in quattro ambiti:
- economico: l’azienda deve mantenere la sua redditività senza danneggiare la società e, dunque, trattare equamente collaboratori e lavoratori, acquistare i prodotti in modo etico e mettere in atto pratiche sostenibili;
- legale: l’azienda deve seguire la Legge, e rispettare le regole stilate dagli organismi del settore;
- etica: non conta solamente operare correttamente e nella legalità, ma anche in modo etico;
- filantropia: l’azienda è incoraggiata ad intraprendere azioni che migliorano la società, attraverso donazioni e progetti di volontariato.
Investire in CSR, dunque, porta con sé diversi vantaggi per l’azienda:
- miglioramento della reputazione;
- fidelizzazione dei clienti;
- meno turnover aziendale;
- nuove opportunità di business.
Dal punto di vista dei lavoratori, la Corporate Social Responsibility migliora le condizioni sul luogo di lavoro, ma anche la relazione tra lavoro e vita privata e i rapporti tra colleghi.
Corporate Social Responsibility: gli esempi da seguire
Le azioni di Corporate Social Responsibility possono essere di diverso tipo, ciascuna con le sue caratteristiche e i relativi vantaggi. Le aziendetendono a puntare sulla creazione di valore condiviso, adottando comportamenti virtuosi dal punto di vista del profitto, della creazione di posti di lavoro e – soprattutto le multinazionali – per il Paese stesso.
Esempi di Corporate Social Responsibility sono:
- le donazioni in denaro, prodotti, apparecchiature;
- i progetti di volontariato aziendale;
- la sponsorship di eventi e iniziative locali, oppure in linea col settore in cui l’azienda opera;
- la donazione di una parte del ricavato per finalità benefiche;
- le campagne di comunicazione per incoraggiare una buona abitudine o uno stile di vita sano.
Alcuni spunti si possono ricavare “spiando” le best practice delle grandi aziende. Una tra le più virtuose è LEGO, che ha stretto un accordo col WWF per la ricerca di nuovi materiali eco-friendly. Non solo: l’azienda danese è attentissima all’inclusività e al rispetto dell’ambiente, oltre che alla crescita sana dei bambini col suo progetto Rebuild the world (utilizzando i mattoncini, i bimbi possono trovare soluzioni creative ai loro problemi e sviluppare la resilienza). Google, invece, pone da sempre l’accento sulla sostenibilità: con “Google Green” ha ridotto i costi energetici fino al 50% solo nei data center e ha donato oltre un miliardo di dollari a progetti sull’energia rinnovabile. Netflix, invece, pensa soprattutto ai lavoratori: tutti i dipendenti hanno a disposizione 52 settimane di congedo parentale retribuito, anziché le 18 che le aziende americane del settore tech prevedono. Mastercard, infine, ha collaborato col WFP durante il conflitto siriano: per fronteggiare l’emergenza alimentare, ha permesso alla popolazione di acquistare beni di prima necessità mediante carte prepagate create ad hoc. Azioni che, piccole o grandi, avvicinano l’azienda alla società.